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I rifiuti calano, ma le tariffe crescono: Liguria al secondo posto

Se produciamo meno rifiuti, ma le tariffe di raccolta continuano ad aumentare, c’è qualcosa che non va. Eppure la fotografia scattata da Confartigianato è proprio questa. La liguria è sul podio e “guadagna” la medaglia d’argento, superata solo dal Lazio. Negli ultimi cinque anni i cumulo di rifiuti prodotti per famiglia, sono diminuiti del 10,5 per centoOgni ligure spende in media 212,7 euro. rifiuti discarica

<Le tariffe dei servizi erogati da soggetti pubblici devono rispettare il mercato e non possono essere una variabile indipendente, troppo spesso utilizzata per fare cassa e mettere a posto i guasti di una cattiva gestione> – denuncia il presidente di Confartigianato Merletti -.

I dati

Il quadro che emerge da un rapporto realizzato dalla Confederazione è allarmante: l’igiene urbana è costata alle tasche di famiglie e imprenditori italiani nel 2014 in media 167,80 euro a testa, in totale 10,2 miliardi. E siamo ultimi in Ue per livello di soddisfazione. A pagare di più sono i cittadini del Lazio (Roma compresa) con un costo di 220,3 euro per abitante. Seguono Liguria con 212,7 euro/abitante, Toscana con 210,3 euro/abitante, Campania 196,7, Sardegna 192,1, Umbria con 182,2 euro (+13,1%). All’altro capo della classifica delle zone pulite a costi più contenuti, la regione più virtuosa è il Molise dove i cittadini pagano 116,2 pro capite; secondo posto al Trentino Alto Adige con un costo di 130,6 euro pro capite e medaglia di bronzo per il Friuli Venezia Giulia con 130,7 euro per abitante. Ma, in generale, la rilevazione di Confartigianato mostra che soltanto un terzo (34%) degli italiani è soddisfatto della pulizia della propria città, un valore inferiore di ben 29 punti percentuali rispetto al 62% della media europea e che ci colloca all’ultimo posto in Europa per il livello di soddisfazione dei servizi di igiene urbana. <Le regole di una sana gestione imprenditoriale – sottolinea il Presidente Merletti – devono valere anche per l’amministrazione dei nostri Comuni e delle nostre città, non soltanto per i privati, e devono essere mirate a innalzare la qualità dei servizi e a migliorare la convenienza di prezzi e tariffe. I tagli alle società partecipate a livello locale che non conseguono risultati di efficienza nell’erogazione dei servizi sono una modalità che noi suggeriamo per realizzare in concreto la spending review annunciata dal Governo>.

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